Le PMI sarde nell’area del Mediterraneo: dalle esperienze del passato alle strategie di sviluppo territoriale

Cantina Santadi e Carignano del Sulcis nel Progetto Enotria
31 Luglio 2024
Cantina Santadi e Carignano del Sulcis nel Progetto Enotria
31 Luglio 2024
Mostra tutto

Le PMI sarde nell’area del Mediterraneo: dalle esperienze del passato alle strategie di sviluppo territoriale

La posizione geografica della Sardegna nel Mediterraneo può favorire la cooperazione economica tra le PMI sarde e quelle dei Paesi mediterranei? Quale strategia la Sardegna può adottare per sostenere questo sviluppo?

Alcune esperienze di PMI sarde nell’area mediterranea e strategie di sviluppo territoriali

I dati statistici sui flussi commerciali tra la Sardegna e i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo delineano un quadro in cui le transazioni si concentrano principalmente sui prodotti energetici, soprattutto petroliferi, sia in entrata che in uscita. Conoscendo l’origine di questi flussi (polo di Sarroch), sorge spontanea la domanda se la posizione geografica della Sardegna, situata tra l’Europa continentale e i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, possa favorire la cooperazione economica tra le PMI e i territori sardi e quelli dei Paesi mediterranei. Ci si domanda anche quali strategie territoriali intraprendere per sostenere questi sviluppi. Qualche risposta può derivare dall’esame delle esperienze di alcune PMI sarde che hanno avviato iniziative commerciali in questi paesi, nonché dalle esperienze di altri territori europei che hanno assunto una posizione di leadership nella cooperazione euro-mediterranea.

Alcune esperienze di PMI sarde

La prima esperienza riguarda il settore delle costruzioni, dove l’Impresa Pellegrini S.r.l ha acquisito in Tunisia importanti commesse nel settore infrastrutturale stradale, tra cui la realizzazione di un tratto autostradale nel Sud della Tunisia. Un’infrastruttura strategica, in quanto necessaria per collegare la capitale con il sud del Paese e, soprattutto, con la Libia, con la quale gli scambi di merci e persone sono rilevanti e, peraltro, determinanti per l’economia tunisina. Dall’esame dei bilanci societari dal 2014, anno di avvio dell’iniziativa, al 2022, si legge che nonostante la società abbia sviluppato un giro d’affari di rilievo, i risultati economici sono stati decisamente negativi. Tali risultati danno evidenza delle difficoltà che l’impresa ha incontrato nel realizzare le proprie attività in un ambiente nuovo e, soprattutto, complesso che, nonostante l’alta professionalità e la lunga esperienza settoriale, non le ha consentito di avere le prestazioni che normalmente ha nei mercati europei dove opera. Un’altra esperienza di interesse è quella realizzata dal Gruppo Grendi nel settore dei trasporti marittimi e della logistica. Il gruppo, con alle spalle una lunga storia imprenditoriale nel trasporto navale e terrestre delle merci dal continente alla Sardegna, ha effettuato numerosi investimenti negli ultimi anni, non ultimo nel maggio 2023 il nuovo magazzino da 10.000 m2 a Cagliari. Si tratta del primo investimento privato nella Zona Economica Speciale (ZES) che ha raddoppiato la capacità di deposito della propria piattaforma-hub localizzata nel porto canale di Cagliari, denominata “MITO – Mediterranean Intermodal Terminal Operator”. Il Gruppo ha un forte orientamento verso lo sviluppo nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Tra le ultime iniziative, il Gruppo Grendi ha riattivato con una propria nave il collegamento marittimo con il Nord Africa grazie ad un accordo con l’operatore internazionale Maersk che sbarca a Cagliari i container affidandoli al Gruppo Grendi che garantisce i collegamenti di andata e ritorno con la Tunisia, porto di Radès. Il terminal container internazionale del Gruppo Grendi a Cagliari, grazie alla sua posizione centrale nel Mediterraneo, intende perciò posizionarsi come piattaforma ideale per la distribuzione efficiente e veloce delle merci su un’area che vede alcuni tra i principali mercati della sponda Sud in un raggio di sole 400 miglia nautiche.

Un’altra esperienza la ritroviamo nel settore dei materiali da costruzione. Si tratta della FIBERPLAST, impresa con oltre 40 anni di vita e con sede a Cagliari, specializzata nella fabbricazione di tubazioni e serbatoi in vetroresina e in materiale termoplastico. In questo caso, il modello di export è basato principalmente su rapporti consolidati con importanti contractor internazionali del settore infrastrutturale. È proprio attraverso un importante contractor che nel 2018 la FIBERPLAST aveva acquisito una commessa da oltre 4 milioni di euro in Egitto, nell’ambito della costruzione di un importante impianto di produzione di fertilizzanti, nel quale il governo egiziano ha investito un miliardo di euro. L’Egitto, e in generale tutto il nord Africa, rappresenta un mercato strategico per le imprese sarde di questi settori perché ci sono importanti progetti di costruzione di impianti di trattamento acque, impianti chimici e oil&gas e acquedotti. Un mercato che va sempre più orientandosi verso il trasferimento delle tecnologie e del know-how e meno verso la sola produzione.

Sebbene lo spazio limitato dedicato a queste esperienze, emergono alcune considerazioni di rilievo. Anzi tutto, trattandosi di paesi con una crescita del PIL a doppia cifra (il PIL medio nel 2021 ha registrato un +11,6% rispetto al 2020) e con una dotazione infrastrutturale ancora limitata, vi sono opportunità importanti connesse proprio alla realizzazione di nuove infrastrutture necessarie a sostenerne lo sviluppo. Al contempo, la bassa capacità reddituale media rende poco interessanti alcuni mercati per determinate tipologie di prodotti sardi, come ad esempio quelli agroalimentari di alta qualità.

Tra le criticità, la complessità ambientale e istituzionale, insieme all’instabilità politica, di questi Paesi rappresenta una sfida significativa per lo sviluppo di relazioni commerciali stabili e sostenibili.

Territori di successo: il caso della Catalogna

Le sfide delle PMI sarde sopra descritte conducono ad esplorare percorsi che possano facilitare lo sviluppo di imprese più piccole in questi Paesi attraverso un approccio sistemico e territoriale anziché individuale. A tal proposito, è interessante osservare le esperienze di altri territori e paesi europei che hanno costruito un vero e proprio posizionamento nel quadro della cooperazione euro-mediterranea.

Un esempio interessante è quello della Catalogna e della sua capitale, Barcellona, che nel tempo ha costruito un forte posizionamento nelle relazioni di cooperazione euro-mediterranea. Pur consapevoli della diversa dimensione economica tra le due regioni, è da osservare che la Catalogna ha raggiunto questo posizionamento sfruttando un approccio unico, che integra sia il settore pubblico che quello privato. Questa collaborazione sinergica ha contribuito significativamente alla costruzione di relazioni solide e proficue con i paesi del Mediterraneo, posizionando la Catalogna come un attore chiave in questa regione dinamica e in rapida evoluzione. Il governo regionale, insieme alle camere di commercio, hanno lavorato in stretta collaborazione per sviluppare strategie e iniziative volte a promuovere lo sviluppo economico e sociale della regione, nonché a favorire la cooperazione con i paesi del Mediterraneo. Le camere di commercio hanno svolto un ruolo fondamentale in questo processo, fungendo da ponte tra il settore privato e il governo regionale. Grazie alla loro presenza sul campo e alla loro conoscenza approfondita delle dinamiche commerciali, hanno facilitato l’accesso alle opportunità di business nei paesi mediterranei e hanno promosso la collaborazione tra imprese locali e partner internazionali.

Un partenariato pubblico-privato sardo per una strategia nel Mediterraneo

L’Isola ha alcuni punti di forza dai quali partire. Sul versante pubblico, ormai da oltre 15 anni la Commissione Europea ha affidato alla Regione Sardegna la gestione del principale programma europeo di cooperazione euromediterranea (denominato ENPI sino al 2013, ENI CBC MED sino al 2020, Interreg NEXT MED dal 2021 e sino al 2027) e una dotazione di oltre 500 ML di euro. L’obiettivo generale del programma è rendere l’area mediterranea più resiliente alle sfide comuni che deve affrontare.

Tra le istituzioni espressione del settore privato, la Camera di Commercio di Cagliari-Oristano è vicepresidente e membro attivo dell’Associazione delle Camere di Commercio del Mediterraneo, che raggruppa oltre 300 camere di tutti i paesi dell’area mediterranea, e sin dall’inizio è stato promotore di diversi progetti di cooperazione finanziati dai programmi ENPI e ENI CBC MED.

Partendo da queste basi e sviluppando un approccio integrato che faccia funzionare insieme almeno le due eliche (Regione e Camere di Commercio), la Sardegna può costruire una reputazione di affidabilità e competenza nella cooperazione euro-mediterranea, eventualmente focalizzandosi sulla sfida comune della sostenibilità sulla quale può vantare una vocazione naturale, grazie al suo ambiente di alto pregio e poco antropizzato.

L’abilità nel coinvolgere sia il settore pubblico che quello privato può fornire una base solida per lo sviluppo di progetti e iniziative concrete che:

  • consentano di superare i limiti dimensionali delle imprese sarde;
  • valorizzino le eccellenze imprenditoriali e scientifiche dell’Isola;
  • facciano crescere la Sardegna quale piattaforma logistica tra l’Europa ed il Nord Africa, anche sfruttando i vantaggi della ZES, facilitando in questo modo anche le opportunità di business per le imprese sarde;
  • costruiscano, dal basso, percorsi di dialogo e di pace tra i popoli del Mediterraneo;
  • generino, in ultimo, impatto sull’economia, sull’occupazione e anche su altri fattori, come l’incremento demografico (favorendo i flussi migratori regolari) ed il multiculturalismo.

Emanuele Cabras, Esperto di Cooperazione Euromediterranea